Corsinian readings

Paolo Fedeli, Uomo e ambiente nel mondo romano

Data: 01/12/2024, ore 12 – Lettura Corsiniana, Sala di Scienze Fisiche

Prenotazione obbligatoria: https://forms.gle/zq4Jj4qRP6PQYB4eA

Diretta streaming sui CANALI LINCEI

Locandina (.pdf)

 


Si può parlare della presenza di una coscienza ecologica nel mondo romano? Muovendo dalla tradizione e dall’eredità culturale greca, attraverso documenti più o meno noti del mondo letterario di Roma, è possibile rintracciare tematiche quali il rapporto dell’uomo con l’ambiente, gli influssi dell’ambiente sulla popolazione, l’inquinamento, l’atteggiamento nei confronti delle catastrofi naturali. Emergono così i termini di un’ecologia classica: l’esaltazione di una natura corretta dalla mano dell’uomo ma salva dal sovvertimento in nome della superstitio sulla sacralità dei luoghi naturali. Nel porsi il problema del rapporto fra uomo e natura, gli antichi muovevano dalla certezza dell’influsso determinante dell’ambiente sull’uomo: lo troviamo già attestato nel pensiero greco, nel corpus ippocratico e soprattutto nella Politica di Aristotele. Una teoria, questa, che ebbe lunga vita, alla quale prestava fede ancora Montesquieu. Da tali presupposti deriva il motivo propagandistico delle laudes Italiae, ripetutamente presente negli autori latini, da Varrone a Virgilio, da Properzio a Plinio il Vecchio.

A questo quadro idilliaco si contrappongono molte testimonianze sugli effetti per lo più negativi dell’uomo sull’ambiente: dalla sfacciata speculazione edilizia allo sfruttamento incontrollato delle risorse naturali, dall’inquinamento delle acque alla polluzione dell’aria. In tal modo alla valutazione ottimistica dell’eccellenza naturale dell’Italia si affianca talora la consapevolezza del carattere spesso devastante degli interventi dell’uomo sull’ambiente.

Gli antichi si trovavano sottoposti a due spinte divergenti: da un lato la convinzione dell’esistenza di una legge divina che imponeva il rispetto per la natura, dall’altro la tensione verso il progresso tecnologico e il miglioramento delle condizioni di vita, che li spingeva ad agire sulla natura modificandola a loro piacimento. Agli eccessi del progresso posero un freno con una visione moralistica del rapporto uomo-ambiente. Significativa è la presa di posizione di Plinio il Vecchio, che nella sua Naturalis historia mentre si compiace delle conquiste dell’uomo nei suoi interventi sull’ambiente condanna quelli che giudica causati dall’avidità di possedere e dal crescente bisogno di soddisfare le esigenze di una vita raffinata e lussuosa.